Intrecci e torsioni realizzate con
VEGETAZIONI SPONTANEE DI ZONE UMIDE
Sabato 9 Aprile 2011 – dalle ore 9,30 alle 18
presso ECOISTITUTO DI CESENA
PROGRAMMA:
Mattina: Introduzione: dalla valle al manufatto
- Proiezione dell’audiovisivo didattico “Gli sfalci e le raccolte” i luoghi di provenienza, i periodi e i metodi di raccolta della materia prima;
- lezione pratica sulla preparazione della materia prima (carice e stiancia)
Pomeriggio: Realizzazione dei manufatti: corde e stuoietta base
- tecnica di base per torsione delle funicelle realizzate con le sole mani;
- intrecci semplici usati per la realizzazione di antichi manufatti.
CONDUCE IL CORSO: L’Ecomuseo della Civiltà Palustre
L’Ecomuseo della Civiltà Palustre è una realtà ecomuseale con un progetto dinamico ad indirizzo didattico che recupera la cultura legata alla propria identità territoriale. Il riferimento è al territorio di appartenenza, la Bassa Romagna e il paese di Villanova delle Capanne, una comunità di raccoglitori creativi. Il progetto nasce per dare una risposta alla perdita d’identità di un paese, che alle origini imposta la sua esistenza sull’utilizzo delle vegetazioni spontanee. L’Ecomuseo lavora sull’idea di affrontare le carenze in materia di cultura materiale, da sempre sottovalutata e trascurata: raccoglie reperti, evidenzia il rapporto dell’uomo con le valli ravennati, ferraresi e bolognesi. La specificità delle trame e degli intrecci caratterizzano i manufatti e qualificano la vastissima gamma di oggetti d’uso comune facenti parte della produzione tipica locale. La difficile opera di ricerca e recupero compiuta, permette oggi di poter fruire di un parco di oltre 2000 reperti, originali e ricostruiti, utensili e documenti che compongono una raccolta unica al mondo. Il “progetto dinamico” dell’Ecomuseo consiste nel “Cantiere aperto”, un laboratorio tenuto in vita dagli ultimi artigiani che detengono inalterato il bagaglio tecnico delle arti manuali che utilizzano l’erba di valle e il legno nostrano.
Cenni storici sulle CROCI PROPIZIATORIE
Nella campagna romagnola si possono ancora incontrare vari modelli di croci propiziatorie, oltre alle più semplici e comuni, croci a forma di rombi concentrici, oppure eseguite con la conocchia (o rocca da filare). La croce di San Sebastiano, propiziatoria del grano e della famiglia, realizzata con venticinque spighe legate con nastrini rossi contro il malocchio e il santino di San Sebastiano appeso nel centro.Inoltre, con l’avvicinarsi di un temporale, per scongiurare la grandine, era usanza fare croci sull’aia incrociando attrezzi agricoli (zappe e badili) o del focolare (corredo del camino, molle e attizzatoio), e “segnare” il temporale sollevando il bambino di casa facendo il segno della croce contro il cielo.
Quel giorno era ritenuto particolarmente adatto anche per la tosatura primaverile delle pecore come ci ricordano altri detti popolari: Par Sènta Crosa pigra tosa (Per Santa Croce pecora tosata) e ancora: Par Sènta Crosa ciàpa al tusùr e tosa (Per Santa Croce prendi le forbici e tosa).
Durante tutta giornata del corso sarà possibile ammirare
la mostra di cesteria tipica italiana
Costo: 25 € (compreso il pranzo)
Il corso è gratuito per i responsabili dei partner del progetto Infea CEA 2009 ‘Spazi di Gioco e Spazi di Memorie’
Iscrizioni (da effettuarsi prima del corso con versamento della quota): Andrea Magnolini 347-2237427
Per informazioni tecniche: Maria Rosa Bagnari
Tel. 0545 47122 – 47777 – Fax 0545 47122 – Cell. 320 3853409 (Luigi) barangani@racine.ra.it -www.racine.ra.it/erbepalustri
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